Recensioni Ilmimmo.it

Covid e nuovo dpcm: ecco chi rischia la chiusura

l presidente del Consiglio ha incontrato i ministri per discutere le nuove misure. E già circola una bozza del nuovo decreto.

La nuova stretta in arrivo dovrebbe interessare bar e ristoranti, luoghi di «movida» che preoccupano per l’alta esposizione al contagio.

Tra le ipotesi al vaglio del Governo c’è la chiusura anticipata di questi esercizi: secondo una bozza del nuovo decreto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si appresta a varare, bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie potranno restare aperti solo dalle 5 alle 18, con un massimo di 4 persone al tavolo. Dovranno chiudere la domenica e nei festivi.

La lista delle novità è lunga e non riguarda solo i locali. Di seguito, si riportano i contenuti della bozza del nuovo dpcm, che dovrebbe essere pronto entro domani e valere fino al 24 novembre.

Si va verso la possibilità di una specie di coprifuoco nazionale, che però scatterebbe molte ore prima rispetto ai provvedimenti analoghi in atto in alcune regioni e rispetto anche alle prime valutazioni in merito: inizialmente si era pensato a una chiusura alle 20 o alle 21 di bar e ristoranti (ve ne abbiamo parlato qui: Covid: verso il coprifuoco anticipato in tutta Italia).

La prospettiva di abbassare le saracinesche alle 18, invece, è emersa oggi all’incontro che il capo dell’esecutivo Giuseppe Conte ha tenuto con i ministri, oltre a risultare nella bozza del nuovo decreto; la parola, adesso, passerà al Comitato tecnico scientifico (Cts).

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto più volte di non amare la parola «coprifuoco»: la chiusura di bar e ristoranti, del resto, non implica (almeno per ora) restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini, eccezion fatta per tutte quelle regioni in cui il coprifuoco vero e proprio è già scattato (Lombardia, Campania, Lazio, Piemonte).

La possibilità di far chiudere bar e ristoranti alle 18 non piace a molti nel Governo: una parte dell’esecutivo vorrebbe la serrata a partire dalle 20-21, per dare un po’ di respiro ai locali. Tra i contrari, per esempio, la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che teme ripercussioni tragiche sull’economia di attività già provate dalla prima ondata.

Ok a consegne a domicilio e asporto

La versione definitiva del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri dovrebbe essere pronta entro domani. Conterrà nuove misure severe, per tentare di porre un freno ai contagi.

La bozza che circola in queste ore, oltre a prevedere le chiusure anticipate di cui sopra, dice che «resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle 24».

Allo studio del Governo un ristoro per le categorie più colpite: si parla di un decreto ad hoc la prossima settimana.

Stop a palestre, piscine, terme, cinema, teatri, sale giochi, parchi a tema

La bozza del dpcm fa riferimento anche alla chiusura di palestre e piscine, centri termali e centri natatori, «fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi».

Sospese, secondo quanto si legge sul testo della bozza, le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Dovranno restare chiusi anche i parchi a tema e di divertimento. «È consentito – è scritto nel documento – l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza».

Cinema e teatri dovranno restare chiusi, secondo il contenuto di questa versione non ancora definitiva del dpcm: «sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e altri spazi anche all’aperto». Inoltre, niente convegni, congressi e altri eventi, a meno che non si svolgano da remoto. Stop anche a sagre e fiere.

Restano aperti i negozi di vendita al dettaglio, parrucchieri, centri estetici e musei, ma la fruizione dovrà essere contingentata, idem negli uffici delle pubbliche amministrazioni. Si valuta una chiusura dei centri commerciali nel week end.

Feste vietate, raccomandato di restare a casa e non invitare ospiti 

Non è previsto un divieto vero e proprio di spostamento per i cittadini, fermo restando l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale e di evitare assembramenti. Non c’è un obbligo di stare a casa, come durante il lockdown, ma un invito a restare nella propria città.

«È fortemente raccomandato – continua ancora la bozza del dpcm – di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale Comune».

Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha dichiarato che si sta anche valutando insieme «se limitare anche lo spostamento tra regioni ad attività di lavoro e di studio».

La stessa formula è usata per gli inviti a casa: fino a questo momento si poteva restare al massimo in 6 in un’abitazione. Adesso, la bozza del prossimo decreto non vieta esplicitamente di invitare persone in casa, ma dice che «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza».

Vietate le feste all’aperto e al chiuso, comprese quelle per cerimonie civili e religiose. Sospese le attività di sale da ballo e discoteche. Può essere disposta la chiusura, dopo le 21, di strade o piazze dove si creino assembramenti.

Scuola e concorsi

Quanto alla scuola, le superiori dovrebbero attrezzarsi con ingressi flessibili e didattica a distanza al 75%. Alle medie e alle elementari le lezioni resteranno in presenza.

Restano aperti parchi, giardini pubblici e ville comunali, ma con un «rigoroso rispetto del divieto di assembramento».

La bozza del nuovo decreto prevederebbe anche lo stop ai concorsi pubblici, esclusi quelli del servizio sanitario nazionale e della protezione civile.

Stretta sulle visite in rsa

Per garantire la sicurezza nelle strutture che ospitano anziani, «l’accesso di parenti e visitatori» sarà «limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione».

Vale per strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non.

Sport: sospese le gare 

Quanto allo sport in genere e all’attività motoria «svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento».

Bisogna rispettare la «distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività, salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti».

La bozza del nuovo dpcm fa presente che sono «sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti gli eventi e le competizioni sportive, nonché le sedute di allenamento degli atleti agonisti, riguardanti gli sport individuali e di squadra – riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali».