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La verità sulla foto del “bimbo in gabbia” “strumentalizzata in Italia” (VIDEO)

Come ho raccontato diverse volte, oggi mi ritengo libero da ogni “zavorra” per guardare il mondo con occhi diversi e “liberi” …Tanti mi stanno forzatamente accostando al fascismo, destra o altro. E’ successo anche prima , accostandomi ai comunisti (peggio ancora) , ma quel che scrivo e dico rientra nella mia responsabilità e non sono responsabile di chi “vuol inquadrare” secondo come gli gira. Io sono dalla parte di chi usa cervello e buonsenso, sempre …Rassegnatevi, sono oltre destra e sinistra morte e sepolte. 

In questo periodo “i sinistri” stanno facendo veramente schifo e scusatemi se uso questi toni, confermandosi “feccia parassitaria della società” …Piaga senza precedenti …
Stanno accusando la maggioranza degli italiani di “razzismo e fascismo” anche se questi sono spariti e ci sono al massimo delle discriminazioni sociali …Gente malata sul serio che ritroviamo in tutto il modo . La cosa peggiore è che questa “feccia” è palesemente presente negli organi di informazione nazionali a patologia avanzata …In Italia sono alla frutta e usano qualsiasi mezzo: anche i bambini 

Di seguito tutta la verità sul “bambino in gabbia” Ecco il video delle proteste dove si vede chiaramente il bambino con la maglia azzurra ritratto nelle foto usata per parlare del trattamento riservato ai minori nel confine tra Stati Uniti e Messico.

È uno scatto che in poche ore è diventato virale, condiviso sui social network di tutto il mondo. È la foto di un bimbo intrappolato in una gabbia che molti negli Stati Uniti hanno condiviso per rappresentare la crudeltà della strategia dell’amministrazione Trump contro l’immigrazione illegale proveniente dal Messico e di come questa politica stia separando i bambini dalle loro famiglie. La “tolleranza zero” di Trump nei confronti degli irregolari che raggiungono la frontiera sud nel tentativo di entrare in territorio americano infiamma il dibattito politico in tutto l’Occidente e la fotografia del bimbo in gabbia ne è diventata simbolo. Ma dietro quella straziante fotografia c’è ben altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come racconta Breitbart, la foto è stata diffusa su Twitter la scorsa settimana dopo che il giornalista e regista Jose Antonio Vargas l’ha twittata con tanto di didascalia: “Questo è quello che succede quando un governo crede che le persone siano “illegali”. I bambini in gabbia”. In poche ora, migliaia di persone hanno diffuso il post contro le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump e incoraggiato altri a condividerlo per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Il bimbo però non era stato intrappolato in una gabbia dalle autorità americane, né si trovava al confine con il Messico: la foto in realtà proviene da una protesta del 10 giugno organizzata fuori dal municipio di Dallas,secondo il sito web Snopes. Gli attivisti hanno organizzato quest’iniziativa proprio per protestare contro la pratica dell’amministrazione Trump di prendere in custodia le famiglie di immigrati irregolari e separare i bambini dagli adulti. Il Texas chapter of the Brown Berets de Cemanahuac – il gruppo che ha organizzato la manifestazione – ha postato diverse fotografie dell’evento sui social network, alla quale era presente lo stesso bimbo ritratto nella foto. “È stato lì dentro soltanto 30 secondi” ha ammesso Leroy Pena, leader dei manifestanti.

Cosa succede al confine tra Messico e Stati Uniti

Nonostante la fotografia, il problema è certamente serio, anche se non dipende tutto dal presidente Donald Trump. Come spiega Panorama, dal 19 al 31 maggio circa 2.000 minori sono stati allontanati dai genitori. Mentre questi ultimi sono accusati di un reato (immigrazione clandestina) nei confronti dei bambini non vi è alcuna accusa, per questo non possono essere arrestati. Vengono dunque collocati in strutture governative in attesa che i tribunali si pronuncino sui singoli casi dei genitori.

Il problema, però, risale a prima. Come riporta Fox News, benché l’amministrazione Trump venga criticata per separare i bambini dagli adulti che entrano illegalmente nel paese, la questione non è affatto nuova. L’amministrazione Obama ha in realtà inasprito il sistema di detenzione delle famiglie a seguito dell’imponente ondata migratoria del 2014. La politica ha portato molti minori a essere detenuti in varie località, in condizioni spesso critiche, sia con le loro famiglie che da soli.  Le condizioni di queste persone e dei bambini sono state documentate in molti resoconti e relazioni di organizzazioni per i diritti umani. All’epoca, i funzionari dell’amministrazione Obama sostenevano di non avere altra scelta che attuare politiche intese a dissuadere le famiglie dall’entrare illegalmente negli Stati Uniti.

Cos’è cambiato con Trump

La differenza è che l’amministrazione Trump sta ora separando i bambini dai genitori che vengono perseguiti penalmente per il reato di immigrazione clandestina. I bambini non vengono accusati di crimini e vengono messi sotto la custodia delle autorità. Come sottolineato dal procuratore generale Jeff Session, prima che Trump diventasse presidente si era sparsa la voce che chiunque avesse tentato di attraversare il confine con un minorenne avrebbe quasi certamente avrebbe ricevuto “l’immunità da ogni accusa”. I risultati sono drammatici. “Il numero degli immigrati irregolari con bambini al seguito è passato da 14.000 a 75.000 negli ultimi quattro anni” ha osservato Sessions, che ha aggiunto: “Non possiamo e non vogliamo incoraggiare le persone a portare i figli dando loro l’immunità”.

Verso la fine di maggio, l’American Civil Liberties Union ha annunciato di aver ottenuto migliaia di documenti governativi che hanno dimostrato “l’abuso e l’abbandono dei minori immigrati non accompagnati detenuti dall’autorità doganale degli Stati Uniti” durante la presidenza di Obama, dal 2009 al 2014. Amministrazione Obama che, come ricorda Abc, citando fonti governative, ha deportato più persone di qualsiasi altra amministrazione nella storia. Da parte dei liberal e dei dem americani c’è evidentemente molta ipocrisia, visti i recenti trascorsi.  (Fonte)

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