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Quando fare sport ? Quando mangiare? Le regole del tempismo perfetto

Esiste il momento giusto per fare bene ogni cosa. E il tempismo a fare la differenza, più che il ‘come’. Le librerie invece sono piene di manuali pratici e consigli sul ‘come fare’ (dalle diete allo sport, dalle riparazioni domestiche al successo lavorativo) e invece si scopre che il tempo comanda di più e il ‘quando’ conta moltissimo per cogliere le occasioni. Quando andare a correre, quando cambiare lavoro, quando mangiare e quando non, quando riposare eccetera. 
Portavoce del tempismo perfetto è Daniel Pink, sei libri di successo alle spalle. L’ultimo, “When, I segreti della scienza per scegliere il momento giusto” (in Italia per Feltrinelli) è celebrato come il miglior libro del 2018 da Amazon e dai principali distributori online mondiali. Speech writer per il vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, esperto di motivazione e influenzamento (il suo TED Talk ‘The puzzle of motivation’ ha accumulato oltre 20 milioni di visualizzazioni) , Pink si è preso la briga di dimostrare, citando numerose prove scientifiche e studi mondiali, che il momento giusto per fare le cose esiste eccome. La fortuna, insomma, indossa l’orologio e cogliere i momenti propizi è una scienza, sostiene l’esperto che haperle di saggezza ‘ad orologeria’ per moltissime attività, dallo sport al mangiare, ai break ristoratori come pause pranzo e sonnellini. 
Sul fronte dello sport, ad esempio, Pink dimostra che esercitarsi al mattino, a stomaco vuoto, fa perdere più peso (si brucia fino al 20% i grasso in più rispetto agli allenamenti pomeridiani) e che sport come nuoto, corsa o portare a spasso il cane migliorano l’umore e, se fatti nelle prime ore della giornata, se ne godrà di sicuro gli effetti mentre se praticati alla sera i benefici si sprecano nel sonno. A favore dello sport mattiniero anche il nostro metabolismo e gli ormoni che rafforzano i muscoli, come il testosterone che raggiunge i suoi picchi nelle prime ore del giorno. Perciò se si pianifica una attività di pesi meglio la mattina. A favore dell’attività fisica mattiniera anche la praticità, infatti si è più costanti mentre alla sera la stanchezza e gli impegni di famiglia si accavallano e si rinuncia più facilmente a ritagliare del tempo per sé. 
Lo sport praticato nel tardo pomeriggio o alla sera invece garantisce minori rischio di farsi male e una migliore performance. Il corpo è infatti meno soggetto a strappi muscolari e infortuni perché la muscolatura è già riscaldata dalle ore di attività già passate e dalla temperatura corporea più elevata. Il pomeriggio migliora anche la performance atletica perché la funzione polmonare pare essere più elevata, come dimostrano anche dalle statistiche sui record olimpici che l’autore riporta nel testo. 
Quando, invece mangiare? Si dice che la colazione sia il pasto più importante del giorno, irrinunciabile per mantenere un peso forma. Chi la salta ingrassa davvero? No, risponde Pink che smentisce sonoramente la convinzione e promuove come momento dorato per mangiare il pranzo, promosso a migliore break della giornata su tutti i fronti. E’ il pasto più denigrato, si legge nel manuale, trascurato e ridotto all’osso, magari consumato alla scrivania, nel cubicolo. Invece l’ora fatata per fare un break salutare e per recuperare le energie è proprio quella del pranzo, che va fatto con due ingredienti chiave: l’autonomia e il distacco. Cioè lontano dalla scrivania e possibilmente associandolo ad una passeggiata. E a proposito di pause Pink sciorina i momenti migliori per ritemprarsi fra i quali micro-sonnellini della durata massima di 25 minuti (mettetevi la sveglia) da consumare nelle ore fatate che vanno dalle 14.00 alle 15.00. I riposini di 20 minuti in questa fascia oraria aumentano la freschezza e la reattività intellettive. 
La vita va scandita su fasce orarie precise, riferisce l’esperto, che richiama nel libro l’importanza del nostro orologio biologico endogeno e dei ritmi circadiani che abbiamo innati dentro di noi. Tutto parte da là, in fondo. Ed è sempre questo orologio che alterna i nostri ritmi di sonno/veglia a decidere per noi se identificarci in allodole o gufi. Le prime, si sa, sono mattiniere, i rapaci fanno le ore piccole. Che fare? Assecondare i propri orari migliori nelle decisioni importanti e nel fare le cose che ci piacciono.

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